Comune di Pitigliano

10-01-2009 Memorie e Futuro: mostra del pittore Pitiglianese Paolo Orsini

MEMORIE E FUTURO
Mostra di acquerelli del pittore Pitiglianese Paolo Orsini
Scritti ed immagini dai campi di internamento e deportazione nazisti

A.N.R.P. (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia) e Fondazione Archivio Nazionale Ricordo e Progresso, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Sorano,organizzano una mostra di acquerelli del pittore pitiglianese Paolo Orsini e di lettere dal fronte del soranese Irno Biondi, importanti testimonianze artistiche e soprattutto storico-documentarie dai campi di internamento e deportazione tedeschi.

La conferenza di presentazione alla mostra si terrà sabato 10 gennaio alle ore 16 presso la Sala Consiliare del Comune di Sorano.

Interventi:
- Prof. Enzo Orlanducci - Segretario Generale A.N.R.P.
- Michele Montagano - Presidente Vicario A.N.R.P. ed ex internato militare
- Prof.ssa Luisa Romagnoli
- Pierandrea Vanni - Sindaco di Sorano


A seguire l’inaugurazione della Mostra, che rimarrà aperta fino al 1 febbraio, nei locali della ex Sinagoga in via Roma – Sorano.

Paolo Orsini
Paolo Orsini, nato a Pitigliano (GR) il 20 agosto 1910, compie gli studi nella cittadina maremmana per poi trasferirsi a Roma, dove si laurea in giurisprudenza.
Chiamato alle armi parte per la Dalmazia e, nel settembre del 1943, viene catturato dai tedeschi che lo imprigionano, fino al maggio del 1945, nei campi di Tornapol, Bad-Orb, Wietzendorf.
Una volta tornato in Italia si trasferisce, per lavoro, a Belluno avendo vinto un concorso presso la Camera di Commercio.
Nel tempo libero Orsini si dedica con amore alla pittura ed allestisce piccole mostre personali e partecipa ad alcune collettive, fonda inoltre, insieme ad altri personaggi della vita intellettuale bellunese , il circolo artistico cittadino.
Muore improvvisamente a Feltre, all’età di 64 anni.
Le opere esposte in questa occasione, appartengono ad un gruppo di circa 100 acquerelli di alto valore artistico e soprattutto storico-documentario, poiché realizzati dall’autore durante gli anni della sua prigionia nei campi tedeschi.
Qui, per totale mancanza di materie prime, egli utilizza mezzi di fortuna quali fango, colori naturali, muffe, carte da imballaggio, spesso procurati barattando quel poco di cibo che veniva distribuito quotidianamente.
Tutti i disegni vengono inoltre sottoposti alla censura, come testimoniato dal timbro circolare ad inchiostro con la dicitura “Stalag X – B Kontrolle” (Campo X-settore B Controllo), presente nel verso del foglio.
Ai primi acquerelli dai colori vivaci, che hanno come soggetto i luoghi dell’infanzia e della giovinezza dell’artista, se ne sostituiscono ben presto altri con immagini di dolore e di morte.
I protagonisti, le vittime e mai i carnefici, vengono rappresentati in forme diafane, quasi sempre prive di volto o con lineamenti appena accennati, inseriti in una atmosfera lugubre, ulteriormente accentuata da una cupa gamma cromatica.
Paolo Orsini, lontano da intenti violenti, sarcastici o accusatori, ritraendo con efficacia e realismo i propri compagni, ai quali lo accomuna la stessa crudele incredibile esperienza, ci offre una preziosa testimonianza struggente ed umanissima.