Comune di Pitigliano

02-12-2007 La Vedova scaltra incanterà il pubblico di Pitigliano

Ormai manca poco e i riflettori del Teatro Salvini torneranno ad accendersi sulla nuova stagione teatrale che quest'anno si inaugura con un'opera di Carlo Goldoni: "La Vedova scaltra". Uno dei quattro spettacoli di ottimo livello che compongono il cartellone curato dall'Assessorato alla Cultura del Comune, socio della Fondazione Toscana Spettacolo, in collaborazione con l'Ente regionale spettacoli.

"La Vedova scaltra", che andrà in scena il 2 dicembre, al Teatro Salvini, alle 21,15, è una coproduzione dell'Associazione Pistoiese, Trauma srl e la Biennale di Venezia. Firma la regia Lina Wertmüller, ugualmente l'adattamento che, però, ha realizzato in collaborazione con Tiziana Masucci.

Con "La Vedova scaltra" prosegue il progetto di rivisitazione in chiave contemporanea di grandi testi del passato iniziato dall'Associazione Teatrale Pistoiese insieme all'attrice Raffaela Azim e all'Associaizione Trauma. Tra l'altro segna il ritorno della Wertmüller in teatro. Per la nota regista cinematografica, conosciuta e apprezzata anche all'estero, è questo, tra l'altro, il primo incontro con un testo della tradizione teatrale italiana classica.

Sul palco Raffaella Azim e Giovanni Costantino, Francesco Feletti, Massimo Grigò, Angela Rafanelli, Roberto Valerio e con Gianni Cannavacciuolo nel ruolo di Arlecchino. Le musiche sono di Italo Greco, Lucio Gregoretti e Gabriele Miracle, le scene e i costumi di Job.

"La Vedova scaltra"

Quello di Carlo Goldoni è un secolo agitato e rivoluzionario, sul crinale fra l' "ancienne regime" e i tempi nuovi. In quella Venezia, pullulante di artisti e avventurieri provenienti da ogni parte d'Europa, dove sotto una facciata austera perfino il libertinaggio entrava e usciva dai conventi, il nostro Carlo Goldoni s'incapriccia di questa "vedova".

Maritata giovanissima a un signore anziano e ricco, ha avuto con l'amore un rapporto di sopportata dedizione all'autunno del suo "Sior Consorte".

Per questo Job ha immaginato al centro dell'azione un letto. Non è solo un rimando al Settecento in cui le "Femme des Lettres" come Madame de La Favette o Madame de Sevigny ricevevano, ma un letto simbolo di tutte le voluttà che per lei è sempre rimasto vuoto, e la sua vasta dimensione è lì a sottolineare soprattutto quel vuoto. C'è il letto e lei in quel letto, con tutta la cabala del gioco della vita. Lei, nel candore che, malgrado la vedovanza, rende quel letto quasi verginale, denso di sogni, di solitudine che l'amore, quello vero sensuale, non ha mai riempito, che è centro di un gioco che non si può più sbagliare.

Quattro cavalieri europei che la penna goldoniana dipinge nobili e benestanti, desiderosi della dama, navigano con grazia le acque della galanteria e del corteggiamento.

Anche se sotto i loro sofisticati nasi, senza che se ne avvedano, si stanno infatti preparando sconvolgimenti rivoluzionari e ghigliottine che distruggeranno ogni incipriata eleganza.

Qui si sente circolare un'aria segreta che sa di Romanticismo, che ha il profumo di un vero autentico sentimento.

È interessante che nella sua ultima analisi Rosaura enunci soprattutto i difetti del prescelto, di quell' "uomo", di quel conte innamoratissimo e geloso, pronto al duello o alla rinunzia in cui la nostra vedova sente l'eco di un vero autentico sentimento.
Nella rielaborazione sono stati eliminati, oltre alla sorella di Rosaura, alcuni personaggi-maschere come Pantalone e il Dottor Balanzone. Un testo più asciutto, nel quale la polemica tra vecchio e nuovo, si concentra su Arlecchino. È lui il testimone della "Commedia dell'Arte", la maschera su cui si riversano tutti i difetti degli italiani ma che con la simpatia e l'allegria riesce a farsi amare.
Il nostro Arlecchino, anticipando il "Servo di due padroni", ne serve addirittura quattro ma in realtà serve solo Rosaura.
All'inizio Rosaura è anche Venezia. Come Rosaura si prende gioco dei suoi pretendenti, così Venezia tiene sulle spine i suoi figli adorati, dal carattere litigioso e criticone.

Prezzi:
Abbonamenti: intero Euro 32.00 ridotto Euro 26.00
Biglietti: intero E. 10.00 ridotto E. 8.00
Modalità di accesso:

Prevendita:
Prevendita abbonamenti presso l'Ufficio cultura del Comune di Pitigliano dal 5 novembre 2007 al 23 novembre 2007, orario 10-12 giorni feriali.

Prevendita abbonamenti presso l'ingresso del Teatro dal 26 novembre 2007 al 29 novembre 2007, orario 10-12 e 15-17
Prevendita biglietti presso l'ingresso del teatro nel giorno precedente lo spettacolo, orario 10-12 e 15-17
Riduzioni
Hanno diritto a riduzioni gli spettatori con età inferiore a 12 o superiore a 65 anni.

Info:
Comune di Pitigliano Ufficio Cultura Tel. 0564 616322
Mail: info@comune.pitigliano.gr.it
Web: www.comune.pitigliano.gr.it