Comune di Pitigliano

07-12-2011 Un Bambino nella Tempesta

Mercoledì 7 dicembre alle ore 16:30 nei locali della biblioteca di Pitigliano (Palazzo Orsini), a cura dell'Associazione "La Piccola Geruslemme", della Biblioteca F.Zuccarelli, del Circolo Culturale Fortezza Orsini e dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Pitigliano, sarà presentato il libro "Un Bambino nella Tempesta" di Ariel Paggi. Seguirà la proiezione del documentario di Vera Paggi "L'inverno di Anna".

Interverranno il Prof. Angelo Biondi e la Dr.ssa Luciana Rocchi, Direttrice dell'Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell'Età Contemporanea (ISGREC).

Seguirà un buffet con degustazione dei vini kasher gentilmente offerti dalla Cantina Cooperativa di Pitigliano.

Info:
Associazione La Piccola Gerusalemme
Tel./fax: 0564614230 – cell.: 3281907173
Mail: lapiccolagerusalemme@libero.it
Web: www.lapiccolagerusalemme.it
Facebook: La Piccola Gerusalemme

"Un Bambino nella Tempesta" di Ariel Paggi
"Le memorie di un uomo che, attraverso gli occhi dì quando era bambino, sono ricordate e raccontate in prima persona. É questo che fa del libro di Ariel Paggi un'autentica testimonianza di ciò che è avvenuto in quegli anni nella vita di un'intera famiglia ebrea, originaria di Pitigliano.

Ho letto con piacere queste pagine e le ritengo un significativo spunto di riflessione sia su ciò che molti ebrei hanno vissuto nel periodo della Seconda guerra mondiale, sia su come quegli avvenimenti sono, solita­mente, interpretati e raccontati.

Attraverso il suo libro Ariel Paggi vuole trasmettere, ai suoi posteri, il ricordo di tutti coloro che hanno vissuto la Shoah. Si tratta, però, di un racconto diverso in quanto quel periodo viene spesso associato solo alle atrocità subite dagli ebrei, dimenticando il sostegno di quanti, invece, (non ebrei) rischiarono la vita per salvare intere famiglie ebree dalle vio­lenze del nazismo. Molta gente, infatti, si rese disponibile a nascondere gli ebrei nelle loro case, nei loro poderi, soprattutto nella campagna intorno a Pitigliano. E colpisce anche il modo in cui i paesaggi ed i luoghi che questa famiglia attraversa, diventano protagonisti della loro vita. Anche se l'Autore racconta principalmente la storia della sua famiglia, ritengo che questo possa essere considerato uno spaccato di un'Italia che non sempre corrisponde a quella descritta nei libri di storia. Gli stessi sentimenti provati da quel bambino possono essere considerati co­muni a tanti altri Italiani.

Nel caso di Pitigliano e di tutta la zona del Grossetano, a me particolar­mente cara, la comunità ebraica ha sempre avuto un ruolo importante e si è sempre integrata con la comunità locale.

Questa parentesi descritta da Ariel Paggi ci dimostra quanto gran par­te degli Italiani, in quel tempo, non erano contaminati dal sentimento di odio nei confronti degli ebrei, e quanto, segnati da un grande senso di solidarietà, fratellanza e generosità nei loro confronti, sì fecero loro "complici". Erano persone guidate da un'etica diversa da quella dettata dalla Shoah, un'etica capace di costruire legami e non di distruggerli e da prendere come esempio anche ai nostri giorni."

Altero Matteoli