Comune di Pitigliano

19-04-2008 Convegno dell'Associazione Europea degli Amici di San Rocco

A Pitigliano dal 15 al 19 aprile avrà luogo il Convegno dell’Associazione Europea degli Amici di San Rocco.
L'Associazione Europea "Amici di San Rocco" nasce allo scopo di attuare iniziative del piu' alto interesse sociale, culturale e di ispirazione cristiana, nel nome di San Rocco, al fine di tutelare la devozione, l'arte e la genuina religiosita' popolare sviluppatasi attorno alla figura del santo pellegrino, e di incentivare lo studio di tutti questi aspetti e di svolgere attivita' di promozione e solidarieta' sociale.
La sede legale e canonica dell'associazione, nonchè della Procura dell'Insigne Reliquia del Braccio di San Rocco è la Chiesa Patriarcale di San Rocco in Roma alla Piazza Augusto Imperatore.

Martedì 15 Aprile 2008
Cattedrale
Ore 18,30 – Arrivo dell’insigne Reliquia del Braccio e dell’Urna del transito di San Rocco proveniente dalla Chiesa di San Rocco, accompagnata dal Procuratore di S. Rocco Costantino De Bellis.

Mercoledì 16 Aprile
Chiesa di San Rocco
Ore 15,30 - Adorazione Eucaristica
Ore 17,30 - Santo Rosario
Ore 18,00 - Santa Messa

Teatro Salvini
Ore 21,00 - La Compagnia Teatrale de “I GIUBBONAI” presenta la commedia scritta, per questo evento, da Dario Desideri: “SAN ROCCO CARU, PENZICI TIE”

Giovedì 17 Aprile
Chiesa di San Rocco
Ore 17,30 - Santo Rosario
Ore 18,00 - Santa Messa

Chiesa di Santa Maria Assunta
Ore 21,00 - Liturgia Penitenziale

Venerdì 18 Aprile
Chiesa di San Rocco
Ore 17,30 - Santo Rosario
Ore 18,00 - Santa Messa

Cattedrale
Ore 21,30: Veglia di preghiera, al termine processione fiaccolata con l’Urna e la Reliquia di S. Rocco alla Parrocchia S. Maria Assunta.

Sabato 19 Aprile
GIORNATA DEL CONVEGNO
Ore 8,00: Arrivo ed accoglienza dei pellegrini; consegna del sacchetto del Pellegrino ai soli iscritti all’Associazione. Saluto ed omaggio a San Rocco dei Pellegrini nella Chiesa S. Maria Assunta accolti dal Procuratore di S. Rocco. Penitenziale.

Campo Sportivo
Ore 11,00: Santa Messa celebrata dal Card. Angelo Comastri. Concelebreranno Mons. Mario Meini e i sacerdoti presenti.
Al termine della S. Messa consegna del Premio S. Rocco 2008 ai Carabinieri Comando Compagnia di Isernia, alla redazione di Famiglia Cristiana Milano, alla redazione Primo Piano Molise Isernia, alla Misericordia di Soverato (CZ).
Consegneranno il premio il Vescovo Mons. Mario Meini e il Procuratore di S.Rocco Costantino De Bellis.

Ore 12,30 Pranzo della fratellanza (riservato ai pellegrini)

Ore 16,30: Solenne processione con la Reliquia Insigne del Braccio di San Rocco e la statua venerata in Pitigliano. La processione sarà presieduta dal Cardinale Angelo Comastri, dal Vescovo Mons. Mario Meini, Mons. Filippo Tucci, Don Luca Caprini, il Procuratore di S. Rocco e i sacerdoti presenti.

Al termine della processione Solenne Adorazione Eucaristica, consegna del ricordo del convegno bacio della Reliquia e congedo.

Teatro Salvini
ore 21,00 - La Compagnia Teatrale de ‘I GIUBBONAI” presenta la commedia scritta, per questo evento, da Dario Desideri: “SAN ROCCO CARU, PENZICI TIE”

Domenica 20 Aprile
Chiesa di Santa Maria Assunta
ore 11,30 – Santa Messa

“Lo straordinario evento che ci prepariamo a vivere il prossimo 19 aprile nella bellissima terra toscana, costituisce per tutti noi un richiamo forte a vivere in pienezza e coerenza i valori proposti dalla testimonianza di fede del nostro Santo Patrono: la gratuità dell’amore la compassione per ogni forma di povertà, il perdono pronto e generoso.
La ricorrenza snnuoale del nostro incontro è per ognuno di noi un evento atteso che ci permette di riscoprire dalle tradizioni l’allegria della festa, la serenità della preghiera e l’urgenza di stare assieme-
Chiediamo a Cristo Risorto che la nostra vita diventi luminosa come quella di San Rocco e ci stimoli ad una più grande carità.”

Il Procuratore di San Rocco
Costantino De Bellis


L’insigne Reliquia del Braccio di S. Rocco e la storia dei suoi prodigi in Roma

A Roma – eletta dalla Divina Providenza a custodire i sacri depositi dei più illustri eroi della Religione cattolica – non potevano mancare le venerande Reliquie del Taumaturgo S. Rocco, che a Roma aveva dimorato tre anni, esercitandovi la Sua eroica carità e spegnendovi prodigiosamente la terribile pestilenza che allora vi infuriava. Una prima Reliquia vi giunse il 16 Aprile 1575 per opera di Alessandro di Barwich abate commendatario del monastero di S. Maria. Sotto il Pontificato di Clemente VIII (1592- 1605) fu recato a Roma « il braccio destro » del Santo, e depositato nella Chiesa di S. Sebastiano fuori le mura; il Santo che prima di S. Rocco, era annoverato tra i principali protettori contro la peste. Il 18 Aprile 1597, per benigna concessione dello stesso Pontefice, l’insigne Reliquia del Braccio di S. Rocco veniva trasferita da S. Sebastiano fuori le mura nella Chiesa dedicata a S. Rocco sul Porto d Ripetta, dove tutti i cittadini e fedeli erano adunati per rendere omaggio di devozione e di onore a quel braccio che aveva, col Suo tocco prodigioso, risanati tanti ammalati a Roma e altrove. La processione si svolse col rito più suggestivo e solenne.Vi parteciparono un magnifico corteo di Porporati, Vescovi e Sacerdoti secolari e regolari, il Senato Romano, Confraternite, corporazioni e maestranze, professionisti e scuole, artigiani e un’immensa fiumana di popolo. I prodigi dell’insigne Reliquia non tardarono a verificarsi. Nel 1624 un fierissimo contagio faceva strage in Sicilia e, particolarmente, a Palermo, minacciando di invadere anche la Città Eterna. Urbano VIII, devotissimo di S. Rocco (fu infatti sotto il suo Pontificato che venne concessa la Messa proprio di S. Rocco: vedi avanti n. 22), pensò di unirsi alle pubbliche preghiere per impetrare da Dio, con l’intercessione del glorioso Taumaturgo, la liberazione della Sicilia dal terribile morbo, impetrando anche l’incolumità di Roma dal mortale contagio. Il 18 Agosto, che in quell’anno 1624 cadeva di Domenica, in mezzo a una folla immensa, il Pontefice in forma solenne si recò nella chiesa di S. Rocco, per celebrarvi pontificalmente la Messa all’Altar Maggiore, sul quale era esposta l’insigne Reliquia del prodigioso Braccio. Le fervide preghiere del piissimo Pontefice e dei devoti di S. Rocco furono esaudite. In Sicilia il morbo scemò subito e ben presto scomparve. Roma fu preservata dal minaccioso flagello. Il Senato Palermitano, in ringraziamento, innalzava un sontuoso Tempio al potente Taumaturgo. Urbano VIII, per eternare la sua riconoscenza e quella del popolo romano, ordinò che dal Magistrato dell’Urbe venisse offerto a S. Rocco ogni anno, nel giorno della Sua festa, un calice d’argento e quattro ceri, come attesta la seguente iscrizione che ancora trovasi nella Chiesa di S. Rocco:
D.O.M URBANUS VIII P.M NUMINI PROPITIANDO PERICULIS PESTILENTIAE SICILIENSIS IMMINENTIBUS ANNO MDCXXIV HANC INVISIT ECCLESIAM ET IN ARA MAXIMA ANTEBRACHIUM S.-ROCHI SACRUM FECIT DIE DOMENICO XV KAL. SEPTEMB. EIUSDEMQUE AUCTORITATE S.P.Q.R. ANNUUM CALICEMET QUATERNOS CEREOS EIDEM ECCLESIAE DECREVIT
E il Senato Romano, con suo decreto del 15 Luglio del 1625 - come si legge nella parete, a principio della navata destra della Chiesa di S. Rocco – approvò solennemente l’ordinanza sovrana; e l’offerta, sebbene varie volte interrotta per le vicende politiche, fu sempre fatta sino al 1870. Nel 1656 una nave pontificia, proveniente dal porto di Napoli, approdò a Nettuno sulla foce del Loracina, lasciandovi alcune vesti infette di peste, parte delle quali fu portata alla Torre di S. Lorenzo sulla spiaggia ardeatina e parte a Roma. Ciò bastò perchè la peste irrompesse con furia atroce in Roma, mietendovi in breve tempo ben 14500 vittime. Alessandro VII (1655-1667), che villeggiava a Castelgandolfo, accorse immediatamente a consolare e a soccorrere i suoi figliuoli con saggi provvedimenti e generose elargizioni, ordinando nel contempo pubbliche preghiere e solenni funzioni a S. Rocco nella sua chiesa: dopo di che il tremendo flagello cessò. Le pestilenze, che afflissero l’Italia nel secolo scorso, non risparmiarono Roma. Nel 1854, infatti, a migliaia vi perirono i cittadini colpiti dall’implacabile male. Pio IX, per implorare la cessazione del flagello, prescrisse che egli ultimi 10 giorni di Settembre si esponessero pubblicamente, oltre le immagini più venerate della SS.ma Vergine, le insigni Reliquie de SS. Patroni del prodigioso Braccio di S. Rocco nella sua chiesa, concedendo ad ogni visita l’indulgenza di sette anni e la plenaria per chi ne avesse fatte sette (Editto del 18 Settembre 1854 pubblicato nel « Giornale di Roma »). E’ facile intendere come, in quella terribile calamità, i fedeli si alternassero ininterrottamente attorno all’insigne Reliquia, ottenendo in breve la cessazione della epidemia.